Favorire lo sviluppo del linguaggio musicale - consiglio 2.

"Ascoltate musica ad un volume medio: né troppo alto, né troppo basso"

Quando il bambino si trova ancora nel ventre materno, i suoni e i rumori esterni che può percepire arrivano al suo orecchio come ovattati, abbassati, affievoliti. 
Una volta nato, invece, rischia di trovarsi spesso in condizione di "poca igiene sonora", vale a dire in mezzo al rumore, con conseguenze emotive e fisiche da non sottovalutare.

Quando si incontra un bambino, occorrerebbe rispettare alcune regole, che sono tanto più importanti, quanto più egli è piccolo. Tralascerò gli aspetti prettamente pedagogici, per soffermarmi su quelli inerenti l'udito. 
Provate a pensare a come un bimbo di pochi mesi potrebbe reagire ad una musica mai ascoltata, magari dissonante, o con un ritmo incalzante, proposta ad alto volume. Probabilmente rimarrà turbato, attonito, forse anche spaventato.
Se proviamo invece a proporre lo stesso brano ad un volume impercettibile, il suo orecchio ancora acerbo coglierà solo i suoni che si discostano da quelli attesi. Anche in questo caso, dunque, le sensazioni e le emozioni legate a quel brano non saranno sempre positive.
Se invece regoliamo l'ascolto ad un volume medio, potremo indicare al bambino ogni passaggio della traccia, sottolineando ciò che può piacergli ed accogliendo un suo eventuale turbamento.

A livello sociale, abituare i bambini ad ascoltare ad un volume medio, li porta inevitabilmente anche a comunicare senza né urlare, né sussurrare, aiutandoli nello sviluppo delle relazioni sociali, per far sì che non diventino né troppo sbruffoni, né troppo umili.

Dal punto di vista medico, infine, evitare al bambino sia uno sforzo eccessivo dell'udito, sia una sollecitazione che vada oltre i livelli di sopportazione lo aiuterà a sentire bene per tutta la vita.

Ricordo che da bambina, quando si partiva per un lungo viaggio in auto con la famiglia, attendevo con ansia l'ascolto della musicassetta che mio padre aveva preparato per quell'occasione. Ne inventava una nuova per ogni vacanza, che diveniva inevitabilmente colonna sonora dei ricordi.
Le auto di un tempo, però, tra finestrini costantemente abbassati per la mancanza dell'aria condizionata e una minima insonorizzazione del motore, erano decisamente rumorose, cosicché noi sorelle sedute dietro riuscivamo a decifrare il brano solo quando stava terminando. 
Da allora, memore della frustrazione e della fatica, cerco sempre di fare attenzione al volume di ascolto, quando propongo le mie playlist ai miei figli.

Perché grazie a quelle musiche possano crescere, insieme ai loro ricordi e insieme a me!

©Anna Fenoglio - Crescendo in musica